giovedì 8 ottobre 2015

Se solo lei sapesse...(Lettera ad un bravo insegnante)

8 ottobre 2015


…che la osservo ogni giorno, entrare in classe. Osservo il suo modo di salutare chi incontra davanti a lei. Se sorride, se è arrabbiato. Da quei suoi gesti quotidiani, sto imparando l’importanza del mio sorriso. Ho sempre confuso la serietà con la seriosità, ritenendo che le persone davvero professionali fossero anche chiuse, dovessero lesinare sorrisi, “buongiorno” e saluti. Osservandola ho imparato invece che siamo innanzitutto persone, che siamo gli uni uguali agli altri, che siamo “amici”, nella più nobile delle accezioni. Viviamo in un mondo che è nostro, che richiede un’armonica condivisione perchè possa essere fruttuoso, che richiede solidarietà sociale perchè tutti si sentano valorizzati ed importanti per la società in cui viviamo.

Se solo lei sapesse questo, se solo sapesse il valore che ha per un giovane come me il suo sorriso ed il suo ingresso in classe…

…che mi colpisce il suo amore per quello che fa, per il suo lavoro. La passione per il suo ruolo di insegnante, la dedizione per la nostra classe, la cura per ogni lezione mi ha insegnato qualcosa di importante. Il lavoro è innanzitutto un bisogno, un afflato e un progetto. Ogni mestiere comporta sacrificio, fatica, studio, applicazione, costanza. Ma ogni luogo mentale di un uomo ha bisogno di sentire di avere un posto nel mondo, di essere parte di qualcosa di più grande, di partecipare al benessere collettivo. I gesti di chi lavora raccontano le persone che lavorano. E non importa quale attività si svolga. Si può mettere passione in ogni attività, lavorando con metodo, con cura e arricchendo con qualcosa di personale e unico ogni cosa.

Se solo lei sapesse questo, quanta speranza in un giovane come me la sua energia trasmette….

…che mi ha disarmato quando ha chiesto il mio parere, mi sono sentito importante. Alcuni insegnanti del mio passato mi avevano convinto che il mio pensiero non avesse molto peso. Che il mio compito fosse studiare, ascoltare, memorizzare. Ho imparato invece che non esiste studio che non venga interiorizzato e reso proprio. Che nessuna nozione può essere conservata se non filtrate dalla propria individualità e dal proprio vissuto. Ho imparato che il mio pensiero è importante, fondamentale soprattutto per la costruzione della mia personalità, che posso “creare” un metodo di apprendimento personale e superare i miei limiti.

Se solo lei sapesse questo, quanto la centralità offerta ad ogni studente ci responsabilizzi e ci gratifichi…


Vedo con altri occhi la distanza che ci separa. Non la considero più un abisso invalicabile, fatto di età, culture, visioni e progetti differenti. La considero oggi come una strada, che unisce un uomo che ha saputo trovare se stesso, la propria vocazione,  che ha saputo riempire di senso la propria vita e il proprio personale talento con un giovane uomo che è alla ricerca del proprio percorso. Mi pare talvolta di scorgere un pò di lei in me e un pò di me in lei. Se solo lei sapesse questo…

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