venerdì 20 maggio 2016


Il valore dei ricordi
Maggio 2016


Ti vedo cambiare. Non credevo fosse possibile smarrire se stessi e rivestirsi di nuove parole, di un nuovo volto, di bizzarri comportamenti.

Quando ti ho conosciuta, la prima volta, sono stata colpita dalla tua forza e dalla tua lentezza. Una forza che leggevo negli occhi, nelle parole che dicevi sempre dirette, anche quando spigolose, sempre vere. Le dicevi con lo stesso tono che usavi anche quando eri dolce e morbida. La verità è sempre venuta prima per te.

Una lentezza dei gesti, che mi sembrava troppa talvolta, ma che invece portava con sé una vita fatta di lavoro, di precisi segni, di una lotta profonda dentro e fuori di te. Con il tempo ho iniziato a dirti che la tua vita è stata una guerra, dall’inizio alla fine, perché così ti ho sempre vista, una guerriera.

Il tempo trascorso insieme poi ha lasciato che io guardassi dentro al taglio, delle ferite.  Ha lasciato che vedessi una persona molto ricca. Tra le più ricche che abbia mai conosciuto. Ho conosciuto una donna innamorata della vita, del suo compagno di sempre, una donna che ha lottato per i figli, per un lavoro faticoso e poco riconosciuto, per sogni semplici fatti di mattoni e libri. Una donna che ha rotto con gli schemi sociali, per poter impugnare forbici ed ago e dare spazio alla creatività che aveva dentro.
Una donna che in alcuni anni si è ritrovata sola, con i figli e troppe incombenze.
Una donna che ha trascorso, come mi hai detto tu, la gioventù più bella che si possa immaginare. Circondata da amici sinceri, con un ragazzo accanto di cui sei sempre stata perdutamente innamorata, con battaglie da realizzare per il tuo futuro che ti appassionavano moltissimo.  

Ho anche conosciuto la bambina che eri, che per studiare almeno cinque anni ha fatto di tutto. Che ha letto tanto, che ama la storia, che ha sentito i bombardamenti della guerra, che ha percorso chilometri con scarpe di cartone, che ha riso di gusto.

Con gli anni ho imparato a capire i tuoi gesti lenti, rimanendo incantata nel vedere quanta bellezza hai saputo realizzare. Sei stata una madre, hai ospitato dentro il tuo corpo un male aggressivo che hai saputo vincere, hai costruito una famiglia numerosa.

Avevi 40 anni quando hai portato alla luce l’uomo che amo, che avrei incontrato anni dopo, in un modo misterioso. Se ti avessi incontrato in un altro modo, credo che saremmo comunque diventate amiche.

Oggi stai cambiando, stai perdendo i tuoi ricordi e talvolta ti vedo persa. E questo mi causa dolore, perché so quanto tieni ai ricordi del tempo che hai vissuto.

Mi hai raccontato tante storie, in questi anni. Prima o poi raccoglierò le tue memorie in un libro. Te l’ho promesso. Intanto le porto dentro di me e in questi giorni le tengo accese come fossero braci scoppiettanti. Si può vivere nel ricordo degli altri anche quando ancora si è vivi.


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