Le illusioni che non ci riguardano.
(un fugace incontro a Roma, tra fratelli)
Marzo 2018
Marzo 2018
Che il tempo e lo spazio possano non esistere davvero, ma
solo essere il frutto del nostro costruire sociale, ho avuto il sospetto. Numerose
volte.
Altre volte ne ho avuto la conferma.
Oggi ad esempio, quando ti ho incontrato in quella stazione,
affollatissima.
Tante persone intorno a te ma la tua luce è giunta ai miei
occhi, forando lo spazio. Eri ancora lontano ma eri già tra le mie braccia,
stretta.
Non esisteva altra materia oltre noi in quell’abbraccio che mi hai
regalato, era lo stesso identico momento del passato, ogni volta che ci siamo
incontrati. Ogni volta che abbiamo camminato accanto. Non era passato tutto questo tempo lontani, non era trascorso
nessun dolore.
E poi così nelle tue parole, quelle venute dopo.
E poi così nei tuoi racconti di vita e nelle tue risate,
scoppiate in un cielo romano, perlato di pioggia e commosso per il nostro
incontro.
E poi così in tutti i tuoi gesti lenti, non c’era niente che
io non conoscessi già.
Non vedo il tuo vivere quotidiano, non sono con te con il
mio corpo quando respiri, annaspi, gioisci, sogni. Non sono lì, lo spazio tra
noi è tanto. Ma ho avuto conferma che questo non ha mai creato distanza tra noi.
Perché dentro a ogni cosa, la linfa che scorre in te ha la stessa composizione
della mia, siamo cresciute nella stessa fertile terra che ci ha generato e di
cui portiamo in custodia il primo essenziale ricordo. Dentro a quel terreno, che ci è rimasto attaccato addosso, sulla pelle ha creato pieghe ed espressioni, c'è tutto quello che dobbiamo sapere.
Questo spazio tra me e te non esiste, il tempo non lascia
segni, tra noi.
Accadono cose nella mia vita che sono miracolose, e il sentimento che c'è tra noi
appartiene a queste.
Lo racconterò a tuo figlio, sin da subito, che l'amore che lo ha generato, eternamente, oltre lo spazio e il tempo, vive.