domenica 8 luglio 2018




Il tuo vestito di mancanze.
(Mai interi, a casa e nel mondo)

Luglio 2018

Conosco una donna che ha riempito di foto la sua casa. Di quando era bambina, adolescente, donna, madre, amica o soltanto se stessa. E foto di quando suo marito era ragazzino, prima che incontrasse lei, dei loro incontri, dei primi tempi insieme, del loro matrimonio, della nascita dei loro figli, dei loro amici, dei viaggi, dei nipoti. È il suo modo di sentire vicine persone lontane, che abitano in posti che si trovano nell’altra parte del mondo.

Conosco una altra donna che ha smesso di dire che è felice, anche quando lo è. Che si circonda di mancanza. Che sente il bisogno delle persone che ama anche quando sono accanto a lei. Lì, ad un passo da lei. Questa donna vive l’assenza di persone che ama, e questo l’ha resa fragile e triste.

Una donna che forse, così, con questo abito di imperfezione (specchio di quel difetto che vede nel suo mondo), si difende, ritenendolo necessario per vivere, da un dolore. Tenta ossia di tenerlo costante, di renderlo amichevole, di dargli spazio dentro il suo quotidiano attendere. In questo modo la vera assenza, fisica di quando è sola, somiglia ad una vicinanza non completa che lei riserva a chi le è davvero vicino.

Il contatto non è mai pieno né è mai vuoto. In questo modo quella amabile donna, che io amo e del cui rimedio sono in parte la causa, non è mai sola. Mai pienamente felice né triste.
So che è difficile, perché ciascuno deve affrontare oltre (prima) che le condizioni esterne, il proprio modo di vedere e percepire il tempo, la storia che è chiamato a vivere. Perché per trovare la felicità in modo pieno occorre spogliarsi, rendersi vulnerabile, abbandonare ogni difesa e ammettere di avere tutto quello che il cuore e la mente cerca. Non significava non avere mancanze ma non vestirsi di esse, godendo le presenze.

La sete e la fame verranno, dopo questo stato di estasi. Sono lì, puoi già intravederle, ad attendere il cuore instabile di un uomo qualsiasi. Eppure ognuno di noi cerca un modo per difendersi dal dolore, a costo talvolta, qualcuno, di rinunciare alla pienezza.

A quella donna vestita di mancanze, regalo pensieri di gioia piena, senza pensare alla mancanza che verrà. A lei invio preghiere, affinché trovi nuove vesti dove le debolezze siano talmente forti da renderla felice, triste, pienamente senza confini. Nessuno è intero né nella gioia né nel dolore.




Frase tratta da "Il visconte dimezzato", di Italo Calvino
Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse‚ stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso‚ e te l’auguro‚ ragazzo‚ capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo‚ ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine‚ perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.”



In copertina "Notte stellata",  Vincent Van Gogh, realizzato nel 1889





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