venerdì 3 gennaio 2020

3 gennaio 2020. Primo giorno nella casa della Carità.

‘ Ha guardato me che non sono niente , ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore’ 

Il primo risveglio qui. Dopo la prima notte, e dopo la prima lode. 
Siamo felici, ieri quando siamo arrivati siamo stati accolti da tanti messaggi di vicinanza, da una squisita torta ed avvolto da parole bellissime.


In un biglietto c’era un invito, a non avere paura e a camminare gioiosi verso la Montagna. Ci ha colpito perché forse abbiamo iniziato proprio a far questo: a metterci in cammino. Noi 4, con Stefano che mi tiene la mano e i bimbi entusiasti di tutto. In cammino verso Gesù. 


Ieri pomeriggio suor Katia  non era in casa ed eravamo intimiditi, abbiamo deciso di attendere il suo ritorno nel nostro appartamento. Poi è venuta a bussarci Antonella e ci ha portato in casa, con un sorriso sincero e la gioia di quando vai a trovare un amico. 

Abbiamo appena iniziato a camminare e già abbiamo ricevuto il dono di una visita inaspettata. 

Ieri sera abbiamo chiacchierato un pó con suor Katia, parole semplici per organizzare la nostra vita qui e una libertà  ribadita di vivere l’esperienza come ci suggerisce il nostro cuore. 
Siamo davvero grati di poter stare qui. 

16 gennaio 2019
Chi silenziosamente opera.

"Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile" S. Francesco D'Assisi

Ho letto questa frase oggi, mentre camminavo per raggiungere l'ufficio.
Questa è una frase bellissima, che ho colto quasi come se fosse un segno, l'ho subito ricondotta a questo luogo.
Da quando sono qui, rimango incantata nel vedere quante persone vengano quotidianamente in questa casa.

Esistono alcune persone che silenziosamente, senza clamore, senza pubblicità, senza post sui social, senza trombe e avvisi, dedicano un pezzetto del loro tempo agli altri.

Potrebbero non farlo e comodamente restare sui loro comodi divani. Potrebbero risparmiarsi , e considerando che non ne danno notizia ad alcuno, se non lo facessero, non verrebbero giudicati e non cambierebbe in alcun modo l'idea che il mondo ha di  loro.

Eppure si alzano presto al mattino o tardano a rincasare alla sera, rinunciano a qualche pasto in famiglia, pure di entrare in questo luogo e offrire un servizio.

Tutti quelli che ho incontrato finora mi hanno detto, timidamente, di "non fare nulla di speciale", spostando il discorso appena intrapreso con me lontano da loro. Quasi a voler nascondere o tutelare questo impegno, a lasciarlo segreto e intimo.
Perchè?

Credo che ci sia un bene, vero e profondo che deriva dall'animo, che non riesce ad autocelebrarsi, che si nutre del bene stesso, che non si guarda allo specchio ma rifugge ogni luce e riflettore. 
Credo che per queste persone capaci di provare questa pura forma di bene, esista una ricompensa che pur non avendo un valore economico e non luccicando, li disseti e li sfami, rendondoli più ricchi: l'amore riflesso negli altri.

Gli altri, le persone che incontriamo, che aiutiamo o che ci aiutano, a cui sorridiamo, essi ci restituiscono  molto di più di quanto offriamo loro, perché il loro sorriso è carico di gratitudine e amore.

Ai volontari della Casa della Carità, offro tutto il mio sostegno, la mia ammirazione
Sono una ispirazione di vita per me.

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