martedì 16 febbraio 2021






Un luogo per sempre

 

Non avrei mai pensato di scriverti una lettera, cara casa dei miei ultimi 16 anni.


Invece eccomi qui perché, in questo frammento di vita onirica che sto vivendo negli ultimi giorni, non esiste cosa meno folle che considerare pregne di anima persino le cose materiali. Non che ne abbiano una propria, a ben pensarci, ma posseggono uno spirito che è il frutto, miscellaneo e variegato, del vigore, dell’energia, del sogno e del lavoro che gli uomini ripongono nel pensarle, costruirle, immaginarne l’uso, offrirle, usarle, viverle e cederle.  


E quindi accade che questi oggetti, quando si infilano nelle nostre vicende private, nelle scelte di vita, nei cambi di scenario, diventano depositari di ricordi, di emozioni e persino di sentimenti. Sin da piccoli, in oggetti di poco valore, abbiamo imparato a raccogliere aspettative instaurando legami, con pupazzi, ninnoli, immagini o strumenti.


Poi cresciamo e, quando lo facciamo in modo modestamente regolare o apparentemente tale, impariamo a distaccarci dalla materia se non nella misura in cui essa soddisfa la realizzazione di bisogni della mente e del corpo volti al benessere.


Oggi però io torno bambina e ti saluto, casa dolcissima dove sono stata felice. 

Sei il luogo dove, appena sposa di un ragazzo speciale, ho imparato ad amare una città nuova, ad orientarmi. Sei il luogo dove ho imparato ad amare la mia autonomia, il mio essere diventata donna.

Porterò sempre nel cuore le tue finestre luminose, grandi e soleggiate che vedono le montagne innevate.


Sei il luogo dove siamo diventati genitori ed io mamma, dove alla musica dei sorrisi si sono mescolati i pianti ed i vagiti, e poi le storie raccontate e lette mille volte sui lettini morbidi.


Sei il luogo dove ho trascorso tante giornate con la mia famiglia di origine, un luogo che ha sempre accolto tutti facendosi largo, ha sempre prestato lo spazio per le feste e i ritrovi. 


Gli amici, tanti, li hai conosciuti tutti, hai accarezzato i nostri malanni e aspettato con me il ritorno dei viaggiatori. 


Sei un luogo che ha ispirato tanta creatività e calmato tante paure. Sei il luogo che ha reso dolce la quarantena ricordandoci la fortuna di essere vivi.


Sei un luogo dove ho scoperto l’amicizia del vicinato, preziosa.


Casa, un nome che vuol dire tanto, che diventa estensione di quello che siamo.


Ti lascio ad una nuova famiglia, che abbiamo scelto con cura per te, una famiglia che avrà altri riti, altri profumi e altre voci, ma io sono certa che in te ogni ricordo si mescolerà al presente e sapraai regalare anche ai nuovi abitanti, seppure inconsapevolmente, una parte di noi, dello spirito che lasciamo qui. 


Chissà se verrò a trovarti, sicuramente ogni volta che passerò dal tuo viale solleverò lo sguardo per salutarti e sicuramente anche una parte di te verrà a mescolarsi nella nostra nuova dimora, adesso sognata e ancora lontana.


Negli ultimi giorni ci hai dedicato luci, viste, tramonti, scenari innevati, sole, pioggia. Ci hai salutato con ogni tuo volto ed io, con affetto, porterò quegli sguardi dentro ai nuovi. Abbraccio il futuro portando con me il luogo che sei.




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