martedì 11 maggio 2021

Lo devi leggere…(1)



Quando tornerò, di Marco Balzano, Einaudi, 2021

 

 

Quando tornerò - Marco Balzano - Libro - Einaudi - Supercoralli | IBS



Il nuovo libro di Marco Balzano ha una copertina cinematografica: in primo piano il volto di una giovane donna in una stazione ferroviaria, ferma sulla banchina ed esposta ai binari che la condurranno altrove. Il suo sguardo però è rivolto verso il luogo che sta per abbandonare, rivolgendolo a noi che guardiamo e sembra volerci dire qualcosa.


Il libro in effetti è questo, il racconto di una storia privatissima e personale di quella donna, raccontato a tratti anche dalle voci degli altri protagonisti, i suoi due figli.


La grande protagonista, una famiglia rumena che all’improvviso si trova a vivere un distacco perché la mamma Daniela, fulcro di una casa, anello di congiunzione delle vite dei suoi figli, anima dei progetti del futuro, parte alla volta dell’Italia. 

Parte per amore dei suoi figli, per poter garantire loro un futuro che altrimenti non potrebbero nemmeno sognare, per sopperire alle mancanze di un padre pigro e incostante, per offrire loro una vita migliore.

Da questa partenza in poi, le loro vite si diramano verso direzioni individuali, sofferte, spaccate.


I tre protagonisti raccontano in prima persona, in uno stile diretto e spesso introspettivo, il proprio punto di vista, raccontano con nuda trasparenza la medesima storia, anche se colta in momenti differenti dello svolgimento. Ognuno ricorre, nel racconto, alle parole di cui è capace e soprattutto alle emozioni che le scelte degli altri causano nel proprio vissuto. 


La trama è densa di incontri con figure temporanee ma fondamentali per la comprensione delle esperienze che i tre familiari vivono. Le vicende italiane di Daniela costringono il lettore a riflettere su tanti intimi bisogni del nostro vivere, sui temi della cura, della familiarità con il disagio e la malattia, sulla solitudine e sulla inadeguatezza delle nostre vite rispetto alle necessità familiari.

Il valore della famiglia torna continuamente a scandire il racconto, oscillando tra la ricerca di intimità tra chi vive insieme (anche quando non si è parenti, anche quando non ci si parla, anche quando a legarci sono interessi diversi), il sogno del futuro radioso attraverso progetti e promesse non mantenute e una sottesa incomunicabilità tra le persone.


I loro racconti, ora più lenti ora più fitti, ora ambientati in una Italia un po’ cinica, ora in una Romania deserta ma ricca di tradizioni, teneramente ci portano a sospendere il giudizio verso le scelte altrui, anche quando queste riguardano chi ci sta vicino, anche quando non comprendiamo le ragioni di quelle azioni o, peggio, le comprendiamo ma gli effetti lacerano i nostri sguardi, impoveriscono le nostre giornate e sedimentano rabbia e tristezza.


I loro racconti, evolutivi nella crescita dei due ragazzi e drammatici nelle cicatrici che ciascuno porta addosso, ci obbligano all’ascolto delle vite degli altri, all’ascolto dei loro bisogni e soprattutto all’ascolto del loro silenzio.


I loro racconti ci restituiscono una fotografia di un presente, il nostro, che non si cura delle necessità di chi incontriamo sulla nostra strada limitandoci ad “usare” il loro tempo ed il lavoro ignorando storie personali e abissi interiori. Ci sono eventi che ci costringono spesso a rinunciare al “gusto” di vivere le nostre vite inseguendo le vite degli altri e che ci impongono di fare i conti con le scelte, con le rinunce e le difficoltà di quando si ama incondizionatamente.


Il libro regala un racconto quasi sonoro, con l'alternarsi delle voci narranti e trova il cuore centrale della trama nella attesa di una seconda possibilità, che tutti e tre cercano e desiderano, pur nella consapevolezza del tempo smarrito e che mai più sarà restituito. 


Porterò questa storia dentro al mio cassetto di libri da suggerire agli amici, ritrovando un Balzano intimo, familiare e soprattutto “storico” e storiografico, in grado di dare voce ad una invisibilità viva e pulsante, che merita un racconto, una riflessione e, perchè no, una cura. 

Davvero bello.



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Di Balzano ho letto anche "Io resto qui" e "Il figlio del figlio"



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