giovedì 5 aprile 2018




Aprile 2018
Questo il nostro Gesù. Il tuo sarà ancora più bello.




Il mio Don, che si chiama Giovanni, mi ha chiesto di scrivere a mio figlio una lettera che gli consegnerò il giorno della sua prima Comunione.
Mi ha detto che questo sarà il mio regalo più bello, se saprò raccontargli  davvero chi è Gesù per me.

"Amato figlio mio,
questa lettera nasce da un richiamo, esterno rispetto a noi due, ad una riflessione su cosa rappresenti Gesù nella mia vita.

Tu conosci Gesù da sempre, lo abbiamo descritto, chiamato e immaginato tante volte insieme, soprattutto di sera, soprattutto a letto. Ricordo che quando stava per nascere tuo fratello, quando era ancora nella mia pancia, mi hai chiesto se lui fosse un miracolo di Gesù. Avevi solo 3 anni. Io mi sono commossa, perchè ho sempre ritenuto che voi foste i nostri miracoli e sentirlo dire dalle tue piccole labbra mi ha emozionata.
E poi, quando il tuo fratellino era già rumorosamente fuori da me, mentre in un pomeriggio di estate piangeva quasi ininterrottamente, mi hai bisbigliato che forse non era stato proprio Gesù a fare quel miracolo perché, se cosi fosse, non avrebbe pianto così tanto.

Negli ultimi anni abbiamo imparato a pregare insieme, un pò a modo nostro. La nostra preghiera somiglia piuttosto ad un bilancio quotidiano su quello che abbiamo vissuto, alla ricerca delle cose belle che ogni giorno ci porta. Trovare la bellezza in ogni singolo momento per noi ha iniziato ad equivalere a cercare Gesù intorno a noi. La preghiera del "grazie" è diventato quasi un gioco, come la caccia al tesoro.

Abbiamo sempre parlato di Gesù in senso positivo, legandolo ad eventi belli, a sensazioni di gioia, a doni speciali (l'essere fratelli, l'essere genitori, avere i nonni, conoscere amici nuovi).
Oggi però vorrei parlarti di un Gesù diverso, che è quello che abita nel mio cuore di persona grande, di mamma o di papà. Il mio Gesù si è manifestato a me in tanti modi, alcuni eclatanti e spettacolari, altri silenziosi e pigri.

Di quando siete nati tu e tuo fratello ti ho già raccontato, ma non ti ho detto che le prime notti trascorse con te e con lui, teneri cuccioli accanto a me, sono tra le notti più belle della mia vita. Concepire di aver "realizzato" una cosa così bella come un figlio è in assoluto il sentimento più profondo, abissale e interiore che una donna e un uomo possono concepire nella loro esistenza. In quel momento Gesù era accanto a me, a dirmi che ero stata proprio brava e a cancellare, senza che me ne accorgessi, con le mie stesse lacrime la paura di non essere all'altezza di un compito così sconosciuto. L'indomani mi sono risvegliata con una energia talmente "estranea" alle mie titubanze che ho subito compreso che fosse un Suo regalo per me.

Ho creduto di "sentire" Gesù anche la prima volta che ho incontrato tuo padre. Lo ho raccontato spesso a voi. Questo aneddoto mi ha regalato l'epiteto di romanticona tra quasi tutte le mie amiche. Ho compreso, vedendo il suo viso, che quel ragazzo sarebbe stato accanto a me per tanti anni, diventando il mio compagno di strada preferito. Lo chiamiamo "amore", e amore è. Non avevo nemmeno la più piccola idea di quello che insieme avremmo percorso e generato, eppure sentivo profondamente che ci fossimo incontrati per amarci. Gesù in quei momenti mi ha sussurrato di seguire quello che provavo e di affrontare qualche montagna inevitabile che si prospettava davanti a noi, con la forza di crede in quello che sente.

E poi ci sono stati alcuni momenti, più difficili, in cui ho scoperto un Gesù diverso, più umano, capace di comprendere le mie difficoltà, di aiutarmi in momenti che apparivano pesanti. Ci sono giorni di ogni vita in cui Gesù appare lontano, quasi assente. Questo penso che accada perchè il dolore ci dissocia dalla vita, ci rende fragili e ci orienta verso la solitudine. Talvolta però proprio nel dolore, nel vuoto, nel silenzio e nell'ascolto delle nostre paure, troviamo la semplicità di una fiducia priva di esigenze, di richieste, di aspettative. La fiducia in un Padre che ci ama e che ci aiuta a trovare in lui ogni risposta, anche quella che la nostra mente finita e saccente fatica a comprendere.
Gesù, in quei giorni, non è stato mai assente per me, mi ha solo atteso, lasciando che la scelta di ritrovarlo nel mio cuore fosse mia, sentita e sincera.

Troverai nella tua strada di piccolo grande uomo tante persone che con gli occhi, i comportamenti, con le mani e gambe, con le parole e la vita quotidiana, ti insegneranno che Gesù vive in ognuno di loro. Sapessi quante persone mi hanno rilevato un pezzetto del mio Gesù. In ogni uomo che incontrerai c'è un seme di divino, non dimenticarlo mai. Ama ogni persona per quello che quel seme saprà portare nella tua vita e dimentica, quando ti capiteranno, le delusioni causate da chi hai intorno. Noi uomini portiamo un pezzo di Gesù ma non siamo come lui. Sbagliamo infinite volte.
Troverai però anche persone che ti diranno che Gesù non esiste, che non è vero niente di quello che senti. Ascoltali e cerca di comprendere sempre cosa li ha allontanati dal centro del proprio cuore, in modo da poter rispettare il loro dolore e la loro scelta, senza distrarre la tua.

Per ultimo, ti vorrei dire che Gesù talvolta ha altri nomi, per altre persone, ha altre storie, ha altri libri o altre chiese. Ma posso assicurarti che è sempre Lui, lo stesso che ti appresti ad accogliere nel tuo cuore in questo giorno speciale della Prima Comunione con Lui.

Sarai bravo a riconoscerlo sempre, perchè la preghiera del Grazie è una preghiera universale e tutti gli uomini del mondo cercano la bellezza, la gioia e l'amore nelle loro piccole vite.

Il tuo Gesù, quel seme che tu porterai dentro te è solo tuo, curalo e nutrilo sempre. Anche la visita in chiesa, così pesante alle volte, se protratta con costanza e ritmo diventerà un momento di cui avrai bisogno.
Gesù saprà moltiplicarsi intorno a te come ha fatto con me e con tuo padre.
Con amore immenso,
Mamma"


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