sabato 21 settembre 2024

La misura dell'ego, il peso delle parole, il valore delle persone


 Non dimentico mai un'offesa | Peanuts


Ma quando abbiamo smarrito la nobiltà d’animo?

Cosa ci è successo? Ce ne siamo accorti?

Da qualche giorno si sente parlare solo del dissing, ossia delle offese cantate a suono di rap, tra tre cantanti italiani. 

Due giovani uomini e un uomo un po’ più maturi  che hanno trascorso le ore delle proprie giornate a compilare rime ed ad affilarle come spade per ferire, offendere, umiliare l’avversario. 


Ieri sera mi sono presa un po’ di tempo e ho chiesto ai miei figli di spiegarmi la storia. In estrema sintesi tutto pare nascere da una collaborazione artistica negata, da tre ego molto grandi che non hanno saputo resistere alla tentazione di giudicare l’altro inferiore, di allearsi e mostrarsi, nell’ordine, più muscolosi, più riccioli, più seguiti, più desiderati dalle donne, più....fighi.

Tra i vari argomenti portati nelle offese rappate, quella più sconvolgente è a mio parere l’approccio di questi giovani uomini all’universo femminile. 

Donne del loro passato, del loro presente, della vita degli altri, citate in modo volgare, ricordando rapporti intimi, tradimenti, "passaggi" da uno all’altro che strumentalizzano ancora una volta la figura della donna e del suo valore. 

Ma come siamo arrivati a tutto questo? Qualcuno ha mai parlato a questi giovani della bellezza della intimità, del valore di un sentimento, seppure finito, che rimane sulla pelle e nel cuore di chi lo ha provato?

Qualcuno ha mai raccontato a questi giovani uomini che i sentimenti legati ad amore passati meritano di essere protetti perché ci rappresentano? 

Che le persone con cui ci relazioniamo non ci appartengono, non sono proprietà di nessuno. Eppure parlano di noi e criticarle o parlarne come merce di scambio non è nè saggio nè acuto. 

Perché solitamente le parole rappresentano più le persone che le pronunciano di quelle a cui sono destinate.

Qualcuno di loro conosce la bellezza di quello che si trattiene nella memoria personale?

Non  ho mai voluto essere e non voglio essere una di quelle persone che parla in modo critico e cieco della generazione che ha seguito la sua. Io non penso che i giovani di oggi siano peggio di noi alla loro età. Quando da ragazza sentivo un adulto che diceva questo, pensavo che quello fosse il modo peggiore per diventare un esempio. 

Ritengo invece che i giovani siano la nostra unica speranza, la linfa del futuro. Che la salvezza del pianeta sarà solo opera dei giovani. Noi adulti non ne siamo capaci. 

Penso intimamente che anche questi tre giovani uomini abbiano tante storie da raccontare migliori di questa. 

Ma questa  volta mi spiace pensare che i miei figli credano che questo dissing rappresenti, esaurendola, la società in cui vivono e viviamo. 

C’è molto meglio, in ognuno di loro e in ognuno di noi. C’è sempre un modo per trasformare ogni cosa in un messaggio costruttivo. 

La visibilità sociale e la presenza social impone una responsabilità etica, direi persino politica, delle persone coinvolte, soprattutto quando in ascolto ci sono persone in formazione. 

Aspetto con ansia un testo trap che mi dia ragione.

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