domenica 19 novembre 2017

Ho letto di una donna. Il viaggio di Anna, la penna di Mara
Novembre 2017


Ho letto un libro in cui l'amore non viene descritto, ma sentito.

Ho letto di una donna che, vicino ad un momento di primi bilanci e di riflessioni, scopre che dentro se stessa ha tutto quello che serve per combattere le sue battaglie, per realizzare sogni ancora inespressi, per comprendere quale sia l'unico sentiero per sentirsi vivi

Ho sentito un suono, a metà della lettura, trionfante e pieno, arrivare dal mare. Un suono lungo che ha risvegliato in quella donna, e in me, la speranza di una epifania, di una rivelazione interiore che spoglia. E scuote.

Ho conosciuto una coppia, Anna e Dario, che come uno specchio ha svelato i meravigliosi riti di cui si nutre un amore che vive giorno dopo giorno. Le facce, i movimenti, i silenzi, i rumori, i ritmi, i ruoli, le distanze, che ciascuno di noi riveste, produce e genera quando ama, quando insegue, quando aspetta. Ma più di tutto ho sentito, proprio come se lo vivessi, come una persona che ci ama possa imparare a colmare i vuoti che ci portiamo dentro, sempre. Come una persona che amiamo ci insegni ad accettare completamente anche la parte più oscura del nostro intimo, quasi come una naturale ombra di un assolato cuore. 

Di questa donna, di cui ho letto, sono quasi diventata amica. Perché la sua vita si è intrecciata alla mia in un istante in cui avevo bisogno di conoscerla, e cercavo di incontrarla. Perché in parte mi ha ricordato la divina somiglianza che abbiamo, uomini e donne di questa terra. Perché senza vergogna e con l'onestà intellettuale di chi comprende il valore catartico di raccontarsi, Anna ha dimostrato a se stessa, e a me, che tutto il vissuto, gli anni, la nebbia, la pioggia, la neve, il sole, il mare, i palchi, i libri, i viaggi, le attese, le malinconie, le gioie, gli incontri, gli scontri...tutto diventa pelle, si trasforma in qualcosa di strano che ci matura e ci plasma. 

E correre in bicicletta è il modo più naturale per pettinare questi pensieri e trasformarli in emozione, in gioia di vivere e di amare. 

E poi, finita la lettura, mi ricordo di conoscere la penna che ha creato Anna. E mi tornano in mente ricordi di una amicizia che, al pari di tutte le altre cose, ha plasmato lei e anche me. Non è per questo che però ho amato il suo libro. Lo ho amato perché ha poeticamente descritto la vita. Ha dolcemente dipinto la malinconia, come espressione dell'amore verso quello che siamo stati. Ha accompagnato il lettore verso un viaggio interiore coraggioso e franco.

Questo il viaggio di Anna. 
Il vero viaggio non è un moto del corpo, ma del pensiero. Un movimento che porta un parte di sé ad evolversi, pur restando sempre fedele alla sua natura, ma superando catene o limiti che la tengono prigioniera. Questa evoluzione è la più difficile, la più ardua, la più faticosa che un uomo e una donna possa decidere di compiere.

Questa è la penna di Mara, che dialoga con il suo personaggio con la stessa dolcezza con cui una madre accarezzerebbe il suo bambino (dove il figlio talvolta è l'autore, talvolta il personaggio) in un debutto che scandaglia senza ferire, che spoglia senza privare di forza, che svela e riscalda.

"Sinestesie" un libro che consiglio fortemente, da regalare a chi sa, vuole e cerca di guardarsi dentro.



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