venerdì 8 dicembre 2017


Le (Ma)donne che conosco

8 dicembre 2017

Oggi, in questa giornata uggiosa, l’Italia cattolica festeggia e ricorda la Immacolata Concezione, ossia la Madonna, Vergine Maria, madre di Gesù e nata senza macchia e peccato originale.

E proprio in questi giorni, grazie anche alle strade che sto percorrendo e alle persone che sto incontrando, ho letto bene la sua vita, di cui nei pomeriggi lunghi di catechismo ci insegnavano il valore.
Piccoli e grandi aneddoti che raccontano di una donna che ha avuto una forza straordinaria. Beata tra le donne perché speciale.

In grado di accettare con pienezza un disegno di vita che non ha scelto personalmente ma che accoglie con gioia e grazia. In grado di gioire di questo dono inatteso pur sapendo che il figlio che metterà al mondo, il Messia, avrà una vita difficile e culminante in profonda sofferenza.  

In grado di gioire come una amica fedele e una sorella affettuosa con Elisabetta per la sua gravidanza e mettersi al servizio di chi ha bisogno per compiere il disegno di Dio.

In grado di tollerare in silenzio le perplessità legittime dell’uomo che ama, Giuseppe, che non comprende la sua maternità spirituale.

In grado di mettersi sempre in cammino quando è necessario, anche se prossima al parto, stanca come una qualsiasi donna gravida. E di apprendere, dopo la nascita del suo amato figlio, che il dolore trafiggerà la sua anima di madre e che sarà necessario scappare dalla propria terra perché c’è chi vuole uccidere suo figlio.

In grado di sostenere un figlio “diverso” e supportarlo anche davanti ad una società chiusa e ostile.

In grado di vivere il dolore di un figlio che muore in Croce, di assistere alla sua passione e alla sua flagellazione.

Questa immagine di Maria, oggi, non mi sembra tanto distante. La rivedo qui, accanto a me, nelle donne che ho incontrato finora nel mio cammino.

Penso ad esempio ad un paio di amiche che hanno lottato per poter diventare madri, hanno sofferto e, vicine alla resa, hanno ricevuto, come Maria, il miracolo di portare in grembo la vita. La spiritualità di Maria rivive in loro, perché, se ognuna di loro potesse raccontare agli altri l’esperienza vissuta, rivelerebbe che qualcosa di angelico, visibile solo a chi supera la percezione della materia, ha concesso loro di realizzare un desiderio materno.

Penso a quante mie amiche, pur consapevoli del dolore derivante da alcune azioni o scelte, le hanno compiute per amore dei propri cari, dei propri amati, dei propri figli. Penso a chi accetta di vivere una vita completamente diversa dai disegni personali perché questa è la sola strada che consente di dare la vita agli altri, di offrire loro possibilità migliori di quelle ricevute per sé. Quelle donne in cuore conservano la stessa rara capacità di accettazione gioiosa e piena di grazia di Maria.

Penso alle mie amiche e alle donne che ancora non conosco che hanno dovuto abbandonare le terre in cui sono nate, come profughe, come Maria e Giuseppe. E lo hanno fatto perché restare lì sarebbe significato andare incontro alla morte e al pericolo reale di vita. La forza di Maria risiede in loro, nelle braccia calde che stringono vite durante i viaggi lunghissimi e nelle gambe forti che instancabili si muovono.

Penso poi alle mie amiche che hanno portato in grembo figli speciali e che li supportano in ogni passo delle loro incredibili vite. Penso a tutti i templi che le hanno escluse e le hanno rifiutate e alla forza che ogni giorno devono sfoggiare per poter ottenere spazio e voce. Quelle donne, come Maria, hanno chiaro il valore del proprio cammino e in questa chiarezza, consapevolezza divina, trovano gioia e serenità.

Infine penso alle mie amiche e a tutte le donne che assistono alla passione dei propri figli. E persino ad altro. Loro di Maria hanno il volto e le lacrime e sotto quella Croce restano sempre, senza esitazione.

Conosco tante Maria, tante (Ma)donne dei nostri tempi, meno immacolate e forse con qualche peccato in più, ma che portano in sé qualcosa di divino che consente loro di essere per me esempio di vita e di femminilità.


A loro il mio pensiero, oggi e sempre.

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