lunedì 8 giugno 2020

Gli scavi migliori

Ci siamo sentiti, in questi mesi, quasi tutti come esploratori. Un vento inaspettato, un'onda non attesa e un silenzio nuovo ci ha condotto a camminare in un territorio che non conosciamo, sebbene si estenda dentro di noi. Forse non tutti ma in tanti abbiamo ripreso tra le mani le storie del passato, della infanzia e della giovinezza, per trovare in quei ricordi le risorse interiori per accettare il presente, per riempirlo di senso.
I giorni della solitudine, della lontananza e della paura per un mondo ammalato hanno avuto però una melodia, almeno per me. Quella di un libro, raccolta di novelle moderne e al tempo stesso antiche, di una amica cara e di una penna affascinante, quella di Mara Tribuzio che, con la sola forza delle parole, mi ha condotto nei luoghi, nelle strade, nei paesi della mia Puglia. 

La poesia è la prima delle note che questo viaggio letterario regala, la poesia che deriva dal mito, dai racconti tramandati, dalla tradizione in senso etimologico, capace di passare da una mano all’altra. Quelle mani che non potevano più toccarsi sono diventate, grazie ai racconti pugliesi, trame di uno stesso disegno, capaci di consegnare una storia che ci appartiene e che regaliamo a coloro a cui essa apparterà.

Ci sono i suoni, tanti, tutti dentro questa immaginifica raccolta. I suoni della lingua, delle parole che il dialetto locale ha saputo coniare descrivendo sensazioni, stati dell’animo che altrimenti non verrebbero raccontati. Andrebbero persi, senza nome e forse finirebbero per non esistere più.

Ci sono i profumi, delle strade, delle cucine pugliesi, della pelle che scotta sotto il sole, degli ulivi secolari che là stanno, fermi. I profumi dei corpi che si amano, dei segreti che devastano, dei sogni che ispirano.

Non esiste letteratura senza umanità. E per una pugliese come me questo libro è un canto, che somiglia al suono amplificato dentro una cattedrale, ad un rito prezioso della domenica. Ma diventa una visione onirica per chiunque sappia lasciarsi trasportare dal filo che alterna immaginazione e realtà, tatto e olfatto, desiderio e accadimento.

Gli avvenimenti mi hanno avvicinato a questa lettura in questo tempo di interiorità imposta e solo oggi ne capisco la ragione: affinché fosse un sostegno ai ricordi, una pietra per sostenere la tenda da un vento forte, una finestra bellissima verso il mondo che amo.

Non esiste letteratura senza amicizia, quella che ogni lettore intesse con i personaggi, con i nomi e le storie che legge. Per me questo è stato il mio scavo migliore, capace di far tornare alla luce le vestigia di quello che ero e a a ricordarmi quello che sono. 

Perché la letteratura ti salva sempre. 
E l’amicizia anche.


https://www.lesflaneursedizioni.it/product/raccontiamoci/


Nessun commento:

Posta un commento

Lo devi leggere (7) Esistono libri per curare la nostalgia. A casa di Judith Hermann, Fazi Editore   “Questo mondo è il mio mondo perché mi ...